Trento e lo sport, oggi e domani

Lo sport è uno strumento potente: si rivolge a tutti senza distinzioni, parla un linguaggio universale e promuove e diffonde valori educativi fondamentali come il rispetto, la tolleranza, la competizione corretta ma anche la necessità del sostegno reciproco. Nelson Mandela amava dire che “sport has the power to change the word”. Lo sport ha il potere di cambiare il mondo, eppure ai blocchi di partenza non tutti hanno le stesse opportunità. Quali politiche può mettere in campo un’amministrazione comunale per fare sì che, anche nello sport, tutte e tutti possano competere “ad armi pari”, e accedere alle stesse opportunità?

La città di Trento ha riscoperto negli anni recenti il “potere” dello sport, anche grazie al Festival dello Sport, capace di portare migliaia di persone e vivere emozioni uniche e a contaminare l’intera città con il messaggio dello sport.

Trento è ormai da tanti anni ai vertici italiani nelle classifiche di “sportività”: lo è grazie alle sue squadre ad altissimi livelli, i suoi atleti ed atlete, ma soprattutto grazie alla sua rete diffusa di associazionismo sportivo e grazie a tantissimi progetti e iniziative, forse meno conosciute ma altrettanto dense di significato e di ricadute sul territorio.

Pensiamo all’Asd Intrecciante, o alla squadra Trentina SPRAR Vincitrice del Progetto rete, pensiamo al Park Trento che, co-progettato grazie ai ragazzi appassionati di bmx e skate che lo frequentavano e curato in modo condiviso grazie a un Patto di Collaborazione nell’ambito del Regolamento dei Beni Comuni, oggi è uno spazio urbano riqualificato, vivo e aperto.

Non è un caso che l’amministrazione comunale abbia investito molto nel settore sportivo: solo negli ultimi 5 anni il Comune ha messo in campo 12 milioni per il nuovo polo natatorio, e tante risorse per gli interventi sugli impianti esistenti, come il palazzetto BNL Group Arena e i campi da calcio, o la scelta di promuovere uno sport accessibile e fruibile a tutti con la costruzione di campetti aperti nei parchi urbani, come in Piazza Venezia o a Man: luoghi dello sport per tutti, liberi e gratuiti, che rispondono a un bisogno sociale sempre più diffuso.

Non mancano i problemi, ovviamente: molte discipline sportive lamentano carenza di spazi, come la ginnastica artistica, e bene ha fatto il quotidiano l’Adige con lo scritto di Piero Cavagna ad aprire pubblicamente il tema di come la progettazione e l’offerta impiantistica e sportiva della città possa intrecciare le discipline stesse con la comunità di appartenenza. Passione e proposte, come quella espressa rispetto all’impianto di Corso Alpini, da chi per altro da anni le vive e porta il proprio contributo volontario, sono bene comune da valorizzare.

Guardando al futuro non potremo non affrontare il nodo della gestione degli impianti sportivi, da un lato innovando ASIS – verificando l’opportunità di strumenti nuovi come ad esempio le fondazioni –  per renderla sempre più vicina alle associazioni e alle società sportive (immaginate come stakeholder, non come clienti). Sul fronte degli spazi sportivi aperti e liberi, andranno esplorate ancora di più le grandi opportunità offerte dal Regolamento sui Beni Comuni: anche grazie all’esempio del Park Trento, lo stanno facendo città importanti come Milano, per aumentare le opportunità di accesso allo sport di tutta la popolazione, coinvolgendo in modo responsabile l’associazionismo sportivo cittadino.

La Riforma del Terzo Settore ha riconosciuto lo sport come “attività di interesse generale”: finalmente anche il legislatore ha riconosciuto quanto migliaia di associazioni sportive già facevano, nel concreto dell’attività di tutti i giorni. E la riforma dell’ordinamento sportivo porterà ulteriori novità. In questo nuovo quadro normativo, starà alla prossima amministrazione comunale guardare allo sport con occhi altrettanto nuovi, per garantire uguali chance di accesso e di pratica a tutte e a tutti, per tutta la vita, in ogni contesto e senza discriminazioni, e mettendolo al centro delle sue politiche, riconoscendogli il “potere” di trasformare la nostra città, traino anche per lo sviluppo. 

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